La Città del Cibo Estremo

Workshop a cura di gruppo A12 per gli studenti Naba del Corso di Metodologia Progettuale “Eat or die_Mangiare in condizioni estreme”
Docente Vered Zaykovsky

Mercoledì 20 Gennaio 2010



La posizione di spicco che l’oggetto-cibo ha assunto nell’ultimo decennio nella nostra cultura produce effetti e ricadute percepibili anche sull’ambiente fisico e sulle città che abitiamo. Le logiche della produzione alimentare, in tutte le fasi del suo ciclo vitale, dalla coltivazione allo smaltimento, trasformano lo spazio, modificano i paesaggi, creano nuove modalità d’uso, modellano nuove configurazioni spaziali e inducono nuove percezioni dell’ambiente. Gli effetti generati sul paesaggio dai cicli produttivi, di consumo e di smaltimento del cibo coinvolgono luoghi e categorie spaziali di diversa dimensione e misura: aree geografiche estese, centri urbani, luoghi di eccellenza, tipologie architettoniche, reti infrastrutturali, soluzioni abitative, oggetti d’uso. La proliferazione degli esercizi di ristoro nei centri urbani cambia il volto delle strade commerciali fino alla creazione di veri e propri distretti del cibo; aree geografiche dimenticate o depresse si re-inventano una vocazione turistica, grazie a itinerari del gusto, agriturismi, cascine didattiche, mercati locali e musei del cibo; sistemi innovativi di produzione e di scambio culturale conducono alla creazione di nuovi luoghi e allo sfruttamento per fini alimentari di luoghi un tempo impensabili (dai progetti per rendere coltivabili le aree desertiche del Sahara all’esportazione di pratiche di produzione di formaggio abruzzese in Afghanistan); nuove funzioni come la banca globale dei semi nell’isola artica di Svalbard portano alla realizzazione di edifici sperimentali; gli spazi della vita quotidiana, dalle cucine delle case agli oggetti di arredo, dagli abitacoli delle automobili alle poltrone del cinema, si trasformano per accogliere nuove modalità di preparazione, somministrazione e consumo del cibo. Il cibo dunque (la sua produzione, movimentazione, la trasformazione, ideazione, vendita, consumo e eliminazione) tocca tutte le scale dello spazio abitato e interessa tutte le discipline che se ne occupano: design, architettura, landscape architecture, urbanistica.

Azioni preliminari:
1. Scegliete una zona di Milano (una strada, un quartiere, una piazza) e fate un sopralluogo con macchina fotografica, taccuino degli schizzi e matite.
2. Nei luoghi che attraversate fotografate, registrate e prendete nota di tutto ciò che ha a che fare con il cibo ponendovi le seguenti domande: Dove nasce il cibo? Dove si trasforma il cibo? Dove si muove il cibo? Dove si vende il cibo? Dove si consuma il cibo? Dove si elimina il cibo? Dove si pensa il cibo?
3. Selezionate foto schizzi e note, prodotti durante il sopralluogo al fine di rappresentare un’ipotetica città caratterizzata da uno specifico modo di intendere il cibo, ad esempio: “La città del cibo sprecato”, “La città delle pubblicità di cibi”, “La città del cibo in movimento”…
4. Stampate le foto, portate i materiali prodotti, colla, forbici e pennarelli.

Workshop:
Nella mattinata di lavoro si terrà una discussione collettiva sugli itinerari scelti e sulle città del cibo estremo riconosciute dagli studenti. Il risultato sarà la costruzione di una mappa che conterrà itinerari e le rappresentazioni di queste molteplici città.










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