In vista della scadenza dell’incarico dell’attuale direttore del Museo  d’Arte Contemporanea “Villa Croce” di Genova, considerando che il  regolamento vigente prevede una nomina interna alla pubblica  amministrazione di un funzionario in qualità di futuro direttore a vita,  richiediamo che tale normativa sia emendata in favore dell’istituzione  di un concorso pubblico.
La finalità è che tale concorso garantisca un direttore  professionalmente riconosciuto tale da parte di una commissione di  esperti super partes e pertanto che tale nomina sia affidata in base  alla presentazione di un progetto per il museo e di un curriculum  adeguato, che attesti un’attività consolidata almeno in ambito  nazionale, e che la durata di tale nomina sia temporanea e non  permanente, seppure rinnovabile. 
Per rendere trasparenti le modalità del concorso è fondamentale altresì  rendere pubbliche quali risorse economiche siano destinate al Museo di  “Villa Croce” nell’ambito della gestione dalla Fondazione per la  Cultura.  
Questa richiesta muove dalla convinzione  che la cultura  non  dovrebbe  essere gestita come  affare privato, essendo essa sicuramente un valore  in sé, ma anche un potente mezzo di comunicazione per qualificare  l’immagine di una città e di una nazione e una fonte di ricchezza non  trascurabile rispetto a un largo e variegato indotto, la cui crescita  economica e qualitativa può essere incentivata anche attraverso il  richiamo del turismo culturale. 
Riteniamo che in questo momento di profonda crisi che limita in modo  drastico e sconsiderato le risorse da destinare al settore culturale,  sia non solo eticamente fondante, ma quanto mai opportuno evitare la  dispersione di tali energie. Il ruolo del direttore di un museo d’arte  contemporanea va affidato a un professionista che abbia, oltre a  un’approfondita conoscenza teorica della materia,  un bagaglio di  esperienze maturate sul campo, non esclusivamente a livello locale,  utili a conferire credibilità all’istituzione museale che va a dirigere,  per rendere fluido lo scambio collaborativo con altre istituzioni di  pari valore. Una buona programmazione che dà visibilità al museo può  inoltre implementare le risorse  attivando supporti economici esterni. 
Nonostante l’appello muova da una problematica locale, invitiamo a  firmare tutti coloro che imputano la marginalità dell’arte contemporanea  italiana alla mancanza di un sistema istituzionale qualificato, in cui  troppo spesso  le rare realtà museali presenti sul territorio sono  defunzionalizzate e cannibalizzate da un fondamentalismo politico  accentratore e senza competenza. 
Antonella Berruti Francesca Pennone,  Pinksummer (Genova) 
Anna Daneri, Peep-Hole (Milano)
FIRMATE QUI
 
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